Giornata internazionale per le vittime di tortura. Il decalogo di Amnesty International contro la violazione dei diritti umani e la tortura

di redazione 26/06/2017 CULTURA E SOCIETÀ
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In occasione della Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura il capo dello Stato Mattarella si è espresso affermando che occorre "combattere ogni forma di tortura rappresenta un obiettivo permanente, così come offrire sostegno alle vittime". Così il presidente della Repubblica, Mattarella, per la Giornata internazionale a sostegno delle vittime della tortura. La Convenzione Onu contro la tortura, in vigore da 30 anni, "costituisce tuttora il principale strumento internazionale per la prevenzione e la lotta contro queste pratiche". Occorre ogni sforzo "per sradicare questa pratica" ella popolazione subiscono o corrono il rischio di subire violazione dei diritti umani provocate da inadeguatezze del sistema normativo e da scelte politiche sbagliate.

La parola "tortura" evoca un nervo scoperto dell'Italia. Sebbene, come ricorda il capo dello Stato, il nostro Paese abbia ratificato già nel 1989 la Convenzione Onu entrata in vigore il 26 giugno di 30 anni, il reato di tortura resta non contemplato dal nostro codice penale. Il cammino della legge che dovrebbe chiudere simile voragine normativa, oltre a non essere ancora giunto a compimento, continua a generare dibattiti, critiche e polemiche. Le perplessità dei giuristi Antonio Bultrini, Pasquale De Sena, Filippo di Robilant, Flavia Lattanzi, Giuseppe Nesi, Tullio Padovani e Vladimiro Zagrebelsky nella lettera a Repubblica. Altra missiva, quella con cui, cinque giorni fa, il commissario europeo per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Nils Muiznieks, ha espresso le sue preoccupazioni per il testo ora all'esame del Parlamento italiano. Il giorno dopo, la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato nuovamente l'Italia per i violentissimi pestaggi messi in atto dalle forze dell'ordine alla scuola Diaz durante il G8 di Genova dell'estate 2001.

Per fermare o prevenire queste violazioni, nel gennaio 2013, in vista delle elezioni politiche Amnesty International Italia ha presentato un programma di riforme contenuto in un’Agenda in 10 punti: richieste articolate per temi prioritari in materia di diritti umani rivolte a governo e parlamento italiani.
Durante le elezioni, l’Agenda è stata sottoscritta dai leader di tutte le forze politiche che hanno composto il governo Letta e del partito che attualmente guida l’esecutivo presieduto da Matteo Renzi, nonché da 118 parlamentari eletti e attualmente in carica, ossia circa un ottavo del parlamento.

I punti dell’agenda:

  1. Garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura.
  2. Fermare il femminicidio e la violenza contro le donne.
  3. Proteggere i rifugiati, fermare lo sfruttamento, la discriminazione e la criminalizzazione dei migranti.
  4. Assicurare condizioni dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri.
  5. Combattere l’omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali e Intersessuate).
  6. Fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei rom.
  7. Creare un’Istituzione nazionale indipendente per la protezione dei diritti umani.
  8. Imporre alle multinazionali italiane il rispetto dei diritti umani.
  9. Lottare contro la pena di morte nel mondo e promuovere i diritti umani nei rapporti con gli altri stati.
  10. Rispettare gli standard internazionali e nazionali sul commercio delle armi.


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